Viaggio regolarmente in India dal 1976. La mia prima visita a Vrindavana é stata nel 1989 e avrei voluto restare là per sempre. Da allora, ogni mio viaggio in India si é concentrato su Vrindavana, non mi interessava andare da nessun’altra parte.
Dieci anni più tardi, nel 1999, una serie di situazioni mi riportarono in quel luogo sacro: alcuni anni prima ero stata incaricata di iniziare la distribuzione di prasada (cibo vegetariano santificato) in Italia e così feci per alcuni anni, fino a quando mio marito, a seguito di una grave malattia, decise di andare a vivere a Vrindavana. Di conseguenza, cominciai ad andarci ogni anno per lunghi periodi.
Sapevo che c’era un italiano che da tempo effettuava la distribuzione di cibo, così andai a conoscerlo e anche a vedere le attività che svolgeva. Rimasi immediatamente attratta nel vedere migliaia di bambini gioiosi che ogni giorno andavano nell’atrio del tempio Hare Krishna per un piatto di kitchri (un risotto di verdura e legumi) servito su piatti di foglie.
Il piccolo gruppo del FFLV si recava anche nei villaggi vicini a Vrindavana a portare prasada, e ogni distribuzione era una vera e propria festa. Nei villaggi notai le cisterne di acqua potabile costruite dal FFLV e anche lì mi sembrava una grande festa vedere gruppi di donne, che indossavano vestiti sgargianti, incamminarsi con eleganza verso i pozzi con le loro anfore di terracotta sul capo.
Il FFLV piantava alberi e si preoccupava di innaffiarli e proteggerli da mucche e scimmie con piccoli recinti. Distribuiva cibo in ashram di non vedenti e di sadhu, anche regali ai bambini a Capodanno e materiale scolastico per gli studenti poveri.
Com’è stato facile indirizzare immediatamente il mio servizio a Vrindavana, dedicando il mio tempo in Italia alla raccolta fondi! Da allora, non ho mai smesso un giorno perché Vrindavana ancora oggi mi incanta con la sua atmosfera e i suoi abitanti.
Rivedo flash di ricordi che mi vengono in mente.
Un giorno, dopo la distribuzione di cibo, scelsi un gruppetto di bambini che venivano quotidianamente, avevo con me un borsone di vestitini usati e volevo distribuirli, così portai i bambini nel mio alloggio, feci loro un bagno, lo shampoo, e li vestii con quei graziosi abitini. Che cambiamento! Una pancia piena, un bagno e un vestito pulito mi sembravano un buon trampolino per un futuro imminente. Allora non immaginavo cosa sarebbe successo….
Un’altra esperienza che ricordo di quei tempi erano bambini in fila davanti a me quando tagliavo le unghie. Erano tanti e tutti con le mani tese come se distribuissi caramelle. Ricordo anche la dottoressa che passava ogni giorno in mezzo ai bambini che venivano per il pranzo; capiva subito chi aveva bisogno di cure e si prestava a dare loro medicine o portarli in ospedale.
Ma il ricordo che più mi é rimasto nel cuore é la distribuzione di coppette di kitchri proprio davanti al Samadhi di Srila Prabhupada. Cercavo di andarci ogni giorno, distribuivo il più veloce possibile e vedevo solo mani: piccole, grandi, di anziani, di pellegrini di passaggio. Bambini che facevano il giro più volte per poter avere doppia o tripla porzione e per portarla a casa, alle loro famiglie, convincendomi che ancora non l’avevano presa, e io che mi facevo “ingannare”.
Quando il pentolone era quasi vuoto, si accontentavano anche dei pochi chicchi di risorimasti nella pentola, perché sapevano che era cibo sacro. Poi, molti di quei bambini li ho visti crescere. Mi chiedo se anche loro si ricordano di quei momenti. Io non li dimenticherò mai.